lunedì 1 novembre 2010

LA DOLCE VITA - Il restauro di Martin Scorsese, al Festival del Cinema di Roma





“La mia idea è che si debba parlare di film prima de La Dolce Vita e di film dopo La Dolce Vita. 
  
Questa opera di Federico Fellini ha spazzato via tutte le regole della narrazione con il suo coraggio, opponendosi anche alla censura di quegli anni con una grande onestà”. 

Martin Scorsese parla con grande entusiasmo del film che il Festival di Roma ha presentato in una versione restaurata dalla Cineteca di Bologna e dalla Cineteca nazionale, che, a partire dalla prossima settimana, sarà fatto circuitare gratuitamente da Medusa in alcuni cinema di tutta Italia.
 
“In quegli anni c’erano film epici e spettacolari come Ben Hur, Spartacus e Oklahoma, ma anche come Il giro del mondo in 80 giorni, ma nessuno fino ad allora aveva mai incontrato una produzione del livello autoriale, dell’intensità morale, di intelligenza e di maturità come La Dolce Vita: un film al tempo stesso spettacolare, ma anche impegnato. Un vero e proprio grande evento”.  

Continua l’autore italo – americano di cui il Festival presenta in anteprima la nuova produzione televisiva Boardwalk Empire Certo, in quegli anni c’erano i film di Bergman e L’Avventura di Michelangelo Antonioni, ma è stato questo lavoro di Fellini ha portare un forte cambiamento in tutto il mondo.

Così come conosciamo artisti come Leonardo, Raffaello, Michelangelo e Caravaggio così riconosciamo la visione di Federico Fellini e la sua capacità di utilizzare la luce, di usare la macchina da presa e di creare delle inquadrature. Da quel punto in poi anche il cinema di Fellini è cambiato. La narrazione è scivolata in secondo piano, mentre  è come se lui si fosse ostinato a creare dei giganteschi affreschi. Il mondo non è cambiato molto da allora, anzi. Forse, però, gli interrogativi sollevati da Fellini ne La Dolce Vita vengono posti in maniera ancora più intensa. Del resto è stato proprio questo regista a dimostrare che puoi non tenere conto di una trama, e, al tempo stesso, riuscire a creare uno specchio della società e della vita. Federico Fellini ha modernizzato il cinema”.

Martin Scorsese spiega le implicazioni etiche del suo impegno per il restauro di film “Quello che desidero è potere offrire un senso di continuità”.

Dice “Non sono un vero e proprio storico, ma, al tempo stesso, sono convinto che senza passato non esista un futuro. Impariamo dal passato per fare il cinema. Quando ero uno studente il cinema era un’arte ancora giovane: esistevano una quarantina di anni di film americani, inglesi e francesi, mentre quelli muti non potevano essere più apprezzati in quanto non venivano proiettati. 

Oggi, invece, è possibile studiare circa 110 anni di cinema. In questo senso il mio desiderio è potere rivolgermi ai cineasti nella maniera in cui sono stato influenzato da loro e avvicinarmi al loro cinema in modo da poterli indicare ai più giovani. L’unico legame con ho questi grandi del passato è l’impatto che hanno avuto sulla mia vita e sul mio modo di intendere il cinema. Prova ne sono, nel bene e nel male, i film che ho fatto. Dunque, credo che tutti noi abbiamo un obbligo: quello di preservare il cinema per poterlo mostrare e consegnare ai nostri figli”. 

Parlando del suo lavoro come autore di ‘Cinema sul Cinema’ Martin Scorsese continua “Le influenze di una persona non si riducono ad un tipo di inquadratura o ad uno stile. 

Le cose non funzionano così, perché ci sono influenze che non possono essere definite. Come nel caso del mio documentario Letter to Elia, dedicato a Kazan: non potevo esprimere a parole un concetto troppo effimero, e l’unica maniera per poterlo fare era quella di utilizzare il cinema per esprimermi“. 

Parlando dell’Italia, Scorsese conclude “Sono sempre interessato agli ultimi film italiani usciti perché costituiscono sempre un’ispirazione interessante come Gomorra, L’Ora di Punta e Io sono l’amore. Certo, si tratta di una generazione differente, ma i temi affrontati da questi registi sono eterni e anche universali. Si sta sviluppando un nuovo stile che va incoraggiato”.

Fonte: Primissima.it di Marco Spagnoli

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