domenica 31 ottobre 2010

SALVADOR DALI' - Il sogno si avvicina a Milano dal 22 Settembre 2010 al 30 Gennaio 2011

SALVADOR DALI' - Il sogno si avvicina  
a Milano dal 22 Settembre 2010 al 30 Gennaio 2011

In occasione della Mostra, con il Patrocinio del Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano,vogliamo fare omaggio ad uno dei più grandi Artisti del 900.



La Fondazione GALA- SALVADOR DALI' è un Ente privato nato per salvaguardare,difendere, promuovere, il territorio e le Opere del grande Pittore. 



Il Teatro-Museo Dalí si trova in Plaça Gala-Salvador Dalí, 5 a Figueres in Spagna. 
Il museo è dedicato interamente al pittore Salvador Dalí.
Il cuore del museo è l'edificio che ha ospitato il teatro cittadino quando Dalì era ancora un bambino e dove è stata organizzata una delle prime esposizioni pubbliche del giovane Dalì. Il vecchio teatro fu bombardato durante la guerra civile spagnola ed è rimasto in rovina per decenni, fino a quando Dalì e il sindaco di Figueres decisero di ricostruirlo come museo da dedicare al più celebre cittadino della città, nel 1960. Il museo occupa tuttavia anche alcuni spazi ed edifici adiacenti al vecchio teatro.
Il museo ha aperto nel 1974, espandendosi di continuo durante gli anni ottanta. Ospita la più grande collezione di opere dell'artista (sebbene con poche opere di grande rilievo), parte della quale deriva direttamente dalla collezione personale del pittore.
Oltre ai dipinti di Dalì, il museo contiene sculture, collage, marchingegni meccanici e un salotto i cui mobili, osservati da una certa prospettiva, sembrano la faccia dell'attrice Mae West.
Il museo possiede inoltre una piccola selezione di opere di altri artisti (El Greco, Marcel Duchamp, ad esempio) collezionate da Dalì, e una galleria dedicata ai lavori dell'artista catalano, amico e compagno di Dalì, Antoni Pitxot, che divenne direttore del museo dopo la morte di Dalì.
Dalí è sepolto in una cripta nel basamento del museo.




I gioielli disegnati da SALVADOR DALI'              Per acquistare il Libro 


La collezione di gioielli di Salvador Dalí ritorna finalmente in patria: disegnata e realizzata tra il 1941 e il 1958, la preziosa raccolta passa di mano in mano per oltre quarant’anni. Mentre fondazioni americane e magnati arabi se la contendono, essa va arricchendosi di nuovi meravigliosi pezzi finché, nel 1999, viene acquisita dalla Fundación Gala - Salvador Dalí, che la colloca definitivamente in quella che più di ogni altra può definirsi la sua dimora naturale, il Teatro - Museo Dalí di Figueras. Il volume, oltre alle splendide fotografie, contiene il documento con cui Dalí consegna al mondo la sua creazione, concepita non per restare chiusa in una cassaforte. È un Dalí che si autocelebra, paladino di un nuovo Rinascimento, che trasfonde nei diamanti, negli smeraldi, nei rubini e nelle perle la sua visione planetaria e universale dell’arte e la sua concezione del fluire del tempo. Un saggio di Montse Aguer fa luce sulla simbologia e sull’antropomorfismo sotteso nell’opera dell’artista catalano, mentre Antonio Pitxot e Oscar Tusquets, ricordando l’amicizia che li legava a Dalí, offrono una testimonianza molto personale. (Edizione inglese e spagnola)




I MAORI, gli ALL BLACKS e la Nuova Zelanda

I maori, primi abitanti della Nuova Zelanda, giunsero qui dalle isole della Polinesia intorno al 1200 dC. Avevano viaggiato per migliaia di chilometri su canoe a doppio scafo, le waka, orientandosi grazie alle stelle, alle correnti e al volo degli uccelli.

La maggior parte dei maori traccia il proprio whakapapa (albero genealogico) a partire da una delle waka di quei pionieri polinesiani. Il capitano di una di queste imbarcazioni si chiamava Kupe, e fu sua moglie a battezzare la nuova terra Aotearoa, ‘terra della lunga nuvola bianca’.

La società maori è di tipo tribale, e sebbene la maggior parte dei maori viva nelle città, molti di essi mantengono un forte legame con le proprie iwi (tribù). Il te reo Maori, la lingua maori, è comune a tutte le iwi ed è una delle lingue ufficiali della Nuova Zelanda. I maori vantano inoltre un ricco bagaglio di miti e leggende, una forte tradizione artistica e una suggestiva tradizione orale.

Nella tradizionale società Maori, gli individui vivono principalmente all'interno del whanau (famiglia). Le famiglie si uniscono per formare gli hapu (sotto tribù). I gruppi più numerosi sono chiamati iwi (tribù). Vi sono 79 siti tradizionali tribali in tutta la Nuova Zelanda. Gli iwi sono guidati dai rangatira (capi). Un importante capo si dice che abbia un ottimo mana (autorità spirituale)ed è visto come tapu (sacro). Tapu è un concetto molto significativo ai Maori. Lo stile di vita dei Maori è basato su cooperazione, lealtà, orgoglio e rispetto ed è incentrata sul marae, una pezzo di terra dove vi è una casa per gli incontri decorata con intagli stilizzati di antenati tribali. La discendenza è di vitale importanza per i Maori.

Oggi oltre l'80% della popolazione Maori vive in zone urbane. La partecipazione nel commercio, nel governo, negli affari pubblici, nell'educazione è in crescita ed i Maori stanno incominciando ad essere riconosciuti come una parte della società della Nuova Zelanda da valorizzare e di vitale importanza.

La HAKA

La Haka è la danza tipica del popolo Maori, l'etnia originaria della Nuova Zelanda, spesso considerata semplicemente, ma erroneamente, una danza di guerra. È stata resa celebre, nello stile della Ka Mate, dagli All Blacks, la nazionale di rugby neozelandese.

Che cos'è la HAKA

Nel suo libro "Maori Games and Haka", lo studioso Alan Armstrong descrive la Haka così:
"La Haka è una composizione suonata con molti strumenti. Mani, piedi, gambe, corpo, voce, lingua, occhi... tutti giocano la loro parte nel portare insieme a compimento la sfida, il benvenuto, l'esultanza, o il disprezzo contenute nelle parole. È disciplinata, eppure emozionale. Più di ogni altro aspetto della cultura Maori, questa complessa danza è l'espressione della passione, del vigore e dell'identità della razza. È, al suo meglio, un messaggio dell'anima espresso attraverso le parole e gli atteggiamenti."
È dunque una danza che esprime il sentimento interiore di chi la esegue, e può avere molteplici significati. Non si tratta, infatti, solo di una danza di guerra o intimidatoria, come è spesso erroneamente considerata, ma può voler anche essere una manifestazione di gioia, di dolore, una via di espressione libera che lascia a chi la esegue momenti di libertà nei movimenti.
È comunque un rituale che cerca di impressionare, come si può ben vedere dall'esibizione degli All Blacks: si roteano e si spalancano gli occhi, si digrignano i denti, si mostra la lingua, ci si batte violentemente il petto e gli avambracci, si dà quindi un saggio di potenza e coraggio, che si ricollega allo spirito guerriero dei Maori.

La HAKA nel Rugby

Il primo uso dell'Haka a scopo intimidatorio nel rugby avvenne da parte della squadra di Nativi neozelandesi, in occasione del loro primo tour fuori dalla loro patria, in Gran Bretagna, avvenuto nel 1888-1889. Non è certo se già in quell'occasione la variante di danza proposta fosse la "Ka Mate". È certo però che veniva eseguita con i giocatori avvolti in mantelli bianchi e con un berretto nero che veniva lanciato in aria alla fine del tour
La prima performance dell'Haka da parte della nazionale ufficiale venne tenuta nel corso del tour del 1905, durante il quale venne coniato il termine "All Blacks" per la prima volta.
Il testo della Ka Mate non ha, ovviamente, una connessione con questo sport, ma risale alla tradizione maori come tutti gli altri.
Altre squadre di rugby propongono danze simili: la kailao (Isole Tonga), la Siva Tau (Isole Samoa), la Cibi (Isole Figi). Anche i Pacific Islanders hanno ovviamente una tradizione similare.




La HAKA nella Musica

Molti DJs hanno campionato la Haka per creare le loro produzioni, la più recente risale al 2005 ed è la produzione di Nitro-D vs. Stormland, intitolata appunto "Haka".

Fonti: Wikipedia.it

venerdì 29 ottobre 2010

Il ritorno di Silvia Mezzanotte nei MATIA BAZAR




“E` bastato incontrarsi per caso, tra un'ospitata televisiva e un concerto, per ritrovarsi in studio ad ascoltare le nuove canzoni”. Così i Matia Bazar commentano, sul settimanale ‘Tv Sorrisi e Canzoni’, il ritorno di Silvia Mezzanotte nella formazione, come vocalist, della band.
“Sapevamo che il materiale sul quale stiamo lavorando aveva bisogno della sua personalità: le affinità artistiche sono tante e l`entusiasmo di tutti - prosegue la band - ci ha portato a volerla interprete delle nostre nuove canzoni e a pensare di tornare insieme per il nuovo album che uscirà entro l`anno”.
“Con i Matia i rapporti sono stati sempre ottimi, non c’è mai stata separazione sul piano personale”, aggiunge Silvia Mezzanotte. “Ritrovarsi è stato inaspettato e, allo stesso tempo, naturale. Siamo cresciuti, soprattutto abbiamo maturato nuove idee, e questi cambiamenti saranno utili nel nuovo lavoro, che è la sintesi dei nostri rispettivi percorsi artistici”.
Una ‘reunion’ - quella tra Piero Cassano, Giancarlo Golzi, Fabio Perversi e Silvia Mezzanotte - che nasce da una nuova intesa artistica tra la cantante e il gruppo: il primo appuntamento sarà l`uscita del nuovo album, al quale stanno già lavorando in studio da un mese, e una lunga tournèe prevista per il 2011. Silvia Mezzanotte è stata già vocalist dei Matia Bazar dal 1999 al 2004: nel 2002 la band ha vinto il festival di Sanremo con ‘Messaggio d’amore’.

Photo: Daniele Mignardi Articolo tratto da: matiabazar.com

NIGHT IS YOUNG - Nelly Furtado

 
 
 
Dopo averla sentita per tutta l'estate con il tormentone “Hot n Fun” insieme ai N.E.R.D., la sempre più “eclettica” Nelly Furtado torna a farci sentire qualcosa di unicamente suo, il singolo “Night Is Young”, che accompagna l'uscita del suo The Best Of Nelly Furtado, compilation che ripercorre tutte le fasi della sua carriera: dagli esordi di “I'm Like A Bird” fino alle sue più recenti hit come “Manos Al Aire”, passando per grandi successi come “Powerless”, “Turn Off The Light”, “Maneater”, “Say It Right” e chi più ne ha più ne metta.
Comprende inoltre tre inediti, “Stars”, “Girlfriend In The City” e, appunto, “Night Is Young”.

Night Is Young” (che inizialmente doveva chiamarsi “Free”) è un brano che riprende un po' gli ultimi lavori della cantante canadese.
Infatti si può notare come il suo ritmo veloce e incalzante e i suoni elettronici che l'accompagnano ammicchino piuttosto pesantemente ad un genere electro-pop che si presta molto facilmente a remix da discoteca.
Ovviamente la sua peculiarità sta nel contrasto tra le caratteristiche sonore profonde, quasi futuristiche del brano e la dolcezza della voce di Nelly, come è contraddistinto un po' tutto il suo repertorio.

Inoltre sarà pubblicata anche una versione deluxe di questo album, che comprende collaborazioni con artisti del calibro di Michael Bublé, The Roots, Juanes e Tiesto.
E intanto è già prevista per il 2011 l'uscita del suo quinto album, che dovrebbe chiamarsi Lifestyle.
 
Articolo di Luca Stasi tratto da: Musicsite.it

COW Parade

Ciao amici,
guardate come sono belle queste mucche tutte colorate e con disegni veramente originali.
Ce ne sono in giro per tutto il mondo, chissà, domattina aprendo la porta di casa ve ne ritrovate una proprio davanti !





mercoledì 27 ottobre 2010

Street View Maps















Credits: AP Photos/Jacques Brinon

Arthur Poirier lavora per Google: con il suo triciclo dotato di telecamera, riprende le strade di Parigi, che finiranno poi su Street View Maps. Insieme a lui stanno girando per Parigi anche due persone a piedi, per riprendere le immagini delle zone accessibili ai soli pedoni.

Google si scusa per la raccolta di dati wi-fi con Street View

"Ribadiamo la nostra disponibilità a collaborare con le autorità"

Google, nel mirino delle Authority per la raccolta di dati sensibili durante le riprese di Street View, si è scusata per l'accaduto e ha ribadito la propria disponilità a collaborare. "La raccolta accidentale di dati wifi da parte delle auto di Street View è stato un errore del quale siamo profondamente spiacenti e per cui ci scusiamo. Ribadiamo la nostra disponibilità a collaborare con le Autorità", ha spiegato la società dopo la notizia che la procura di Roma ha aperto un fascicolo d'inchiesta su Google Street View, il sistema per visitare dal proprio computer, in tridimensionale, ogni parte del mondo. L'indagine è stata avviata dopo l'invio nelle scorse settimane da parte del Garante della privacy della istruttoria compiuta sull'opzione presente sulle pagine web del più noto e diffuso motore di ricerca del mondo. Il fascicolo, che è stato affidato dal procuratore capo Giovanni Ferrara al pm Eugenio Albamonte, è al momento a carico di ignoti.

Articolo tratto da : Virgilio Notizie


Street-Fashion




E' dalla strada che molti stilisti si ispirano per le proprie collezioni oppure è viceversa, è dalla passerella alla strada che arrivano le ultime tendenze delle fashion victim.

Da “Sex in the city” in avanti, il gioco è fatto. L’abito alla moda esce dalle passerelle per approdare in strada accessoriato di individualità, diventando così involucro unico e “stiloso” di urban-people sempre più fashion. La stravaganza di strada, fino a pochi anni fa giudicata o perlomeno squadrata, oggi diventa molto più che tendenza, diventa rivoluzione: la Street Fashion Revolution. Nata in Giappone, la rivoluzione del trend 2.0 è una lotta all’omologazione del vestire e consiste nella personalizzazione di capi firmati presenti e passati e nella creazione di veri e propri cataloghi virtuali in cui a far da stylist e modelle sono le fashion victim stesse.
Una moda user-generated quindi, che predilige la comunicazione democratica e accessibile della rete in generale e del blog in particolare, senza però passare inosservato ai grandi media tradizionali come il “New York Times” che, ad esempio, dedica all’argomento la video-rubrica “On the street”.

L’impegno al trasformismo alla Carrie Bradshaw in Italia c’è, ma il confronto tra la street-fashion internazionale e lo StreetMemo, dimostra un nostro persistente attaccamento alla moda da passerella; l’abito, così come lo si trova in negozio, fatica a subire la rivoluzione della strada. Per una volta che il monaco sia rappresentato proprio dall’abito? Forse si, qui arenato alle sue origini, restio al cambiamento.

Articolo di Silvia Costa tratto da: Cultumedia Magazine






RABARAMA

RABARAMA


Vogliamo parlarvi di una bravissima artista di cui LooLoo è innamorata da anni per le sue opere inconfondibili e vogliamo condividere con voi le opere e la vita dell'artista.

Paola Epifani, in arte Rabarama, nasce a Roma nel 1969.
Figlia d’arte, dimostra fin da bambina un innato talento per la scultura.
La sua educazione artistica si forma dapprima al Liceo Artistico di Treviso e in seguito all’Accademia di Belle Arti di Venezia. Diplomatasi a pieni voti nel 1991, prende parte fin da subito a numerosi premi nazionali e internazionali di scultura, ottenendo un crescente successo di critica e pubblico. Attualmente vive e lavora a Padova. Rabarama sperimenta un modo originale per descrivere la figura umana, collegandosi a precisi punti di riferimento filosofici, questioni che da sempre agitano il pensiero sulla natura e il destino dell’essere umano. La metamorfosi incarna l’ideale svolgimento di un’intera esistenza, per cui dalla condizione iniziale di soggetto vincolato, si arriva ad una condizione esistenziale di completa rigenerazione attraverso la libertà. Rabarama dialoga in maniera serrata e immediata col fruitore, gli offre la possibilità di confrontarsi con tematiche scottanti e decisamente attuali mediante il linguaggio del corpo, quali le mutazioni genetiche, l’ambiguità umana, l’identità dell’uomo contemporaneo, spinte da una forza primigenia e visionaria, remota e senza tempo. Metamorfosi formale e aspirazione di libertà assoluta: queste le linee guida presenti nell’attuale fase artistica. Rabarama è considerata dalla critica e dal collezionismo più esigente un’artista completa grazie ai continui riconoscimenti ufficiali sia sul mercato italiano che in quello internazionale.La sua produzione, alquanto eclettica e sfaccettata, si ripartisce tra le sculture di terracotta, bronzo dipinto, marmo, vetro; arricchiscono la ricerca artistica di Rabarama, oltre alla pittura ad olio, le inclusioni di resina, i gioielli d’artista in oro, i recenti monotipi in gomma, le opere grafiche. Negli ultimi anni sono state organizzate numerose mostre con un alto riscontro a livello internazionale.






Tutte le immagini dell'artista RABARAMA, sono tratte dal sito www.rabarama.com


Dal 3 Ottobre 2010 - Moana CASTA DIVA

Moana casta diva
Dal 03 Ottobre 2010
via Trieste 32/a - 25121 Brescia, Brescia
Note: Le fotografie di GIANFRANCO SALIS. Esposizione fotografica di taglio artistico dedicata a Moana Pozzi. Ventidue fotografie di posa a figura intera realizzate da Gianfranco Salis tra il 1988 e il 1989. Gli scatti, di cui quindici del tutto inediti, immortalano uno dei personaggi italiani più controversi e affascinanti degli ultimi decenni mostrando con raffinatezza e gusto non solo la rara bellezza di una donna ma anche la sua spiccata personalità e il suo carisma.

Collana nera in cristalli

Collana realizzata ocn cristalli neri. Rosa centrale in fimo. Gocce in cristallo
Chiusure e catene nichelfree. Per acquistarla visita il nostro E-Shop

 
Il Festival Internazionale del Film di Roma
La quinta edizione del Festival Internazionale del Film di Roma si svolgerà dal 28 ottobre al 5 novembre 2010 presso l’Auditorium Parco della Musica di Roma, il complesso architettonico firmato dal celebre architetto Renzo Piano.

La manifestazione occuperà ogni ambito del complesso. Le cinque sale - Santa Cecilia, Sinopoli, Petrassi, Teatro Studio, Studio 3 – accoglieranno proiezioni e incontri, mentre negli spazi di Foyer, AuditoriumArte, Spazio Risonanze e il museo Archeologico ospiteranno numerose altre iniziative.

Durante il Festival, i 1300 mq del viale che conduce alla spettacolare Cavea dell’Auditorium saranno trasformati in uno dei più grandi Red Carpet del mondo, una passerella unica dove sfilano le stelle del cinema internazionale, ma anche gli spettatori, veri e propri protagonisti della manifestazione.

Accanto agli spazi dell’Auditorium sorgerà il Villaggio del Cinema, un complesso di oltre 6.000 mq, costituito da tensostrutture, padiglioni e stand in acciaio e vetro appositamente realizzate per la manifestazione e i suoi visitatori.

Nel Villaggio verranno messi a disposizione info point, biglietterie, un’ampia area Food - articolata fra bar, punti ristoro, pizzerie, ristoranti – negozi e aree tematiche dedicate agli sponsor.
Come ogni anno, l’atmosfera unica del Festival Internazionale del Film di Roma si estenderà all’intera città: la capitale sarà attraversata e animata da iniziative dedicate al cinema, allestite nei luoghi storici della città, presso le sue istituzioni culturali e le varie associazioni di settore.

Il Festival Internazionale del Film di Roma è realizzato dalla Fondazione Cinema per Roma: soci fondatori sono il Comune di Roma, la Regione Lazio, la Provincia di Roma, la Camera di Commercio e la Fondazione Musica per Roma.

martedì 26 ottobre 2010

Orecchini

Orecchini realizzati con rose in metallo, finti coralli realizzati con conteria color rosso,
gocce in pietra dura rifinita con metallo color rame.
Nichelfree