martedì 2 novembre 2010

Aperitivo in Concerto a Milano - Dal 31 Ottobre 2010 al 27 Marzo 2011

“Aperitivo in Concerto” giunge alla sua ventiseiesima edizione. La rassegna prodotta e organizzata al Teatro Manzoni di Milano da Mediaset e Publitalia '80, in collaborazione con Tre e Peugeot rappresenta da anni un caso ben particolare. Innanzitutto perchè è interamente sostenuta e finanziata da fondi privati (fatto, purtroppo, ancora non frequentissimo, in Italia); perchè ha sin dalla sua nascita (inizialmente più attenta alla musica accademica europea) puntato su nuovo repertorio e nuovi interpreti; perchè da anni conduce un'esplorazione accurata e approfondita del processo di globalizzazione all'interno del mondo musicale, offrendo testimonianze preziose di linguaggi nuovi o riscoperti, di sincretismi, di contaminazioni e delineando un inedito panorama della creatività musicale internazionale ai nostri giorni. Ciò avviene in un contesto nazionale e locale in cui innovazione e sperimentazione musicali che non siano eurocentriche e museali sono largamente assenti. Non a caso, la programmazione di “Aperitivo in Concerto” da lungo tempo ormai s'è impegnata nel presentare eventi caratterizzati solo ed esclusivamente da un pensiero fortemente originale e creativo, al di là di ogni steccato stilistico o linguistico. La ventiseiesima edizione di “Aperitivo in Concerto” ha dato particolarmente spazio al ritorno delle orchestre nel mondo della musica improvvisata, a quelle che all'epoca dello Swing venivano definite infernal machines, macchine infernali da ritmo, meccanismi implacabili nel delineare la potenza espressiva del jazz attraverso la metafora delle orchestre sinfoniche europee, trasformate in equivalenti improvvisativi ma con un diverso risvolto teatrale, in cui intrattenimento e impegno si incontrano e si fondono. Sulla scia di maestri come Gil Evans, Bob Brookmeyer, Bill Holman, Bob Florence, Maria Schneider e altri, autori di eccezionale bravura e di sbrigliato estro creativo come l'israeliano Avi Lebovich, il pluripremiato canadese Darcy James Argue, il danese Pierre Dørge (con la storica e colorita New Jungle Orchestra, con ospite speciale il leggendario sassofonista John Tchicai), gli americani Travis Sullivan con la Björkestra (straordinario progetto orchestrale esclusivamente dedicato alle musiche di Björk, con ospite speciale il grande trombettista Dave Douglas) e Andrew Durkin con Industrial Jazz Group (orchestra californiana semplicemente spettacolare per virtuosismo e impatto teatrale), danno vita a un pensiero musicale colto e coinvolgente al tempo stesso, in grado di attingere ad ogni linguaggio musicale e di esprimersi con un affascinante livello di creatività. Si tratta, all'interno del cartellone, di una vera e propria rassegna, di fortissimo impatto anche spettacolare, che delinea non tanto il presente di un'area significativa della musica improvvisata, quanto il futuro di essa.

Grande attenzione è stata inoltre data ad artisti che si sono distinti per la capacità di rinnovare il repertorio improvvisativo contemporaneo, sia come autori che come interpreti, pur mantenendo una singolare capacità di dialogare con il pubblico nonostante la grande sofisticazione del proprio eloquio musicale. Un compositore e strumentista di vaglia come il contrabbassista Ben Allison (affiancato da trascinanti virtuosi come la violinista Jenny Scheinman e il tenorista Michael Blake); un clarinettista e creativo ricco di straordinarie risorse espressive come Matt Darriau, notissimo solista dei Klezmatics (in una sottile e arguta rilettura di una serie di “classici” degli anni Venti e Trenta, affiancata da musicisti come Frank London e Curt Hasselbring); un genio dell'improvvisazione come il grandissimo trombettista Wadada Leo Smith, che rilegge e reinterpreta con un approccio visionario quanto spiritualmente illuminante quel “jazz elettrico” e funky inventato da Miles Davis; la versatilità, l'espressività, il virtuosismo lirico e straordinario dei 3 Cohens, gruppo di ben noti strumentisti come Anat e Avishai Cohen, oggi fra i più popolari artisti della scena newyorkese e di Tel Aviv; la storica maestria di un gigante della musica del Novecento come il celebrato contrabbassista Charlie Haden, a capo di un gruppo come Quartet West, sofisticato autore e interprete di pagine che rendono omaggio agli anni noir della cultura californiana: tutti loro concorrono ad offire un acuto ritratto della nostra frastagliata ma eccitante contemporaneità.
Com'è tradizione di “Aperitivo in Concerto” non manca un tributo alla grande storia del jazz: ritorna il leggendario pianista sudafricano Abdullah Ibrahim, che guida il gruppo strumentale Ekaya, una fra le sue creazioni più appassionanti, in cui la tradizione musicale africana si fonde con la più trascinante vena improvvisativa.
Una prima mondiale arricchisce il ventiseiesimo cartellone: una vera e propria maratona affrontata da ben dodici gruppi musicali che, come in una sorta di gigantesco iPod, presenteranno di seguito il Book of Angels, nuovo “canzoniere” musicale ideato dal genio inarrestabile di John Zorn. Da Dave Douglas a Medeski, Martin & Wood, da Joey Baron a Cyro Baptista, da Erik Friedlander a Electric Masada, da Sylvie Courvoisier e Mark Feldman a Marc Ribot, da Jamie Saft a Mycale, da Ben Goldberg a gruppi come Dreamers e Bar Kokhba, sfilerà sul palcoscenico del Teatro Manzoni l'arte prorompente di uno fra i più grandi autori della nostra contemporaneità. 

Articolo tratto da: Aperitivoinconcerto.com


Per Info e Date www.aperitivoinconcerto.com 






































Nessun commento:

Posta un commento