mercoledì 24 novembre 2010

MODAPRIMA - Dal 27 al 29 Novembre a Milano - FieraMilanoCity

       MODAPRIMA N. 69: 
layout completamente rinnovato e un pubblico sempre più internazionale per il salone di riferimento del fast fashion di qualità.
  La nuova edizione dal 27 al 29 novembre 
                                  a Milano


 
L’edizione n.69 di Modaprima, il salone delle collezioni di moda programmata e ready-to-wear di abbigliamento e accessori uomo e donna per l’autunno-inverno 2011-2012 - con un flash anche sulle collezioni primavera–estate 2011, si svolge a Milano dal 27 al 29 novembre 2010 negli spazi del Portello di Fieramilanocity (ingresso da Porta Teodorico).
Modaprima – il più importante appuntamento fieristico sulla scena internazionale per questo specifico segmento di mercato – presenta a questa edizione oltre 150 collezioni,migliori aziende italiane specializzate nel fast fashion per la media e grande distribuzione internazionale. Sono stati 1.650 gli operatori del settore intervenuti all’ultima edizione (dei quali oltre 700 provenienti da circa 50 paesi esteri), facendo registrare un +17% rispetto alla precedente.


“Modaprima si apre con un layout del salone completamente rinnovato - afferma Agostino Poletto, vice-direttore generale di Pitti Immagine – abbiamo lavorato sul percorso espositivo rendendolo più fruibile, per permettere ai nostri buyer di apprezzare meglio le collezioni in mostra. Sarà un allestimento di ispirazione green e tecnologica al tempo stesso, con il verde e i colori della natura come tonalità dominanti, e una serie di aree lounge a intrattenere i visitatori, anche con una speciale selezione di libri e riviste a contenuto moda. E parallelamente continuiamo a spingere sulla promozione internazionale, attraverso anche la campagna mirata che realizziamo ogni stagione in collaborazione con ICE-Istituto per il Commercio con l’Estero, che ci permette di portare a Modaprima delegazioni di importanti buyer della grande distribuzione di tutto il mondo”.

A Modaprima 69, accanto a
marchi come Ann Max, Plissè, Creazioni Rosanna & Co., Nuovi Sarti, Cristian International, Zanetti, Incontro, Vezzo, Bernardini, Maglificio Venezia, Cierreci, Bianca Maria Caselli segnaliamo la presenza di nuove aziende come Atrapada, Malizia, Gigolò, Devanja, Corsair, Edas e il rientro di Altra, Hemoti, Carnevale, 3F Fashion Service, Fratelli Reboldi, Massimo Spelta.


E la strategia di internazionalizzazione del salone, sia sui mercati emergenti sia su quelli tradizionali, realizzata da Pitti Immagine assieme a ICE, prevede la partecipazione a questa edizione di missioni di buyer esteri provenienti da Russia, Ucraina, Giappone, Stati Uniti, Corea, Gran Bretagna, Hong Kong e Portogallo.

Tratto da: Pittimmagine.com

domenica 14 novembre 2010

LIZ LOMAX



Vogliamo parlarvi di un'artista a noi molto cara, Liz Lomax.
Liz Lomax è un artista Newyorkesee le sue opere tridimensionali realizzate ispirandosi a personaggi famosi e del jet set, vengono spesso utilizzate per illustrazioni per pubblicità, riviste, giornali, libri e copertine degli album di CD musicali. I suoi lavori, sono stati pubblicati in Communication Arts, American Illustration, Society of Illustrators Annuals, Step-by-Step e molti libri dedicati all'illustrazione grafica. Liz era il presidente della Society of Illustrators .  Per diversi anni ha insegnato 3-D Illustrazione alla Parsons School of Design di New York e ha insegnato presso il Pratt Institute di Brooklyn. Ha svolto attività didattica presso la  Society of Illustrators Museum of American Illustration, SVA, Syracuse University Loughborough University School of Art figure.
Si è laureata con lode presso il Dipartimento di Illustrazione alla Parsons School of Design (BFA) e vive con il marito a DUMBO, Brooklyn.




venerdì 12 novembre 2010

Nasce il Gran Festival del Cinema Muto per celebrare i capolavori di un’epoca straordinaria




Nasce il Gran Festival del Cinema Muto, per celebrare i capolavori di un’epoca straordinaria e salvaguardare dall’oblio un patrimonio del nostro passato. Una manifestazione diretta da specialisti di produzioni con cinema muto, che si avvale della collaborazione della Cineteca di Bologna, di eminenti personalità del mondo culturale italiano e delle principali istituzioni del settore.
Un’iniziativa culturale di larghe vedute, che vuole trasmettere a tutti la passione per il cinema muto e non condividerne i saperi con una élite di addetti ai lavori. Un festival pop dunque, fiero di dichiararsi popolare e di coinvolgere un pubblico eterogeneo che include, oltre ai giovani – principali fruitori del cinema- anche le famiglie e le fasce di età più mature degli spettatori tradizionali.
A partire dall‘inaugurazione il 17 novembre presso l’Auditorium di Milano, il festival si svilupperà per circa un mese in un’ampia serie di eventi, a Milano e provincia, organizzati in otto sezioni: Chaplin in Grande, Masterworks, Chaplin Rarities, Charlot il vagabondo – il corto live, Chaplin in mostra, Conferenze e presentazioni, Progetto Ragazzi, Workshop.

Fonte: cinemamuto.it 

mercoledì 10 novembre 2010

Dal 10 al 13 Novembre PAOLO CONTE agli Arcimboldi di Milano



Ama le donne, non ha mai letto la Bibbia e porta sempre in viaggio il suo pigiama, ma su tutto si può dire tranne che non tratti il tema dell’amore. 
Ancora una volta Paolo Conte, cantautore doc, ieri sera alla sua prima al Teatro degli Arcimboldi alla Bicocca (seguiranno altre cinque repliche e poi la tournèe a Londra), ha dato prova di essere un grande musicista e un vero poeta, magari un po’ meno un show man alla francese, ma per chi volesse voderlo può ancora prenotarsi allo 02.641142212, ingresso 30/60 €, inizio spettacolo ore 21
Il cantautore piemontese ha intrattenuto un pubblico di ragazzi e vecchi aficionados intervallando canzoni del vecchio repertorio con quelle del nuovo cd “Nelson” che l’avvocato astigiano porta in tournée anche per l’Europa, accompagnato da un ‘Orchestrina (“del mio cuor”) composta da dieci bravissimi musicisti. Tra una battuta e l’altra Conte ha detto prendendo in giro i francesi “che le palle ancora gli girano”, come la canzone di Jannacci ben intrerpretata dal maestro dice.
Una Prima agli Arcimboldi di grande calore di pubblico, specie per il secondo tempo, quando la voce del cantautore si è fatta più nitida e il ritmo ha preso a circolare anche tra il pubblico. E nonostante una scenografia da piano-bar, vecchia maniera, Conte si è sforzato di modernizzare le suonate e di intrattenere il suo pubblico in un teatro forse un po’ dispersivo per il suo genere. Le cadenze irregolari e la forma tutta personalizzata sono il segno di chi ha qualcosa ancora da dire e la fa con tutto il cuore e la passione di chi aveva scelto Legge come professione ma che si è trovato un nuovo abito ben adatto al suo essere. Guai se l’Italia non avesse avuto Paolo Conte, con le sue melodie, il suo cantare “distratto”, la voglia di interiorizzare sentimenti comuni e umani, sentimentali persino all’eccesso. C’è chi con il romanticismo ci campa e lo ha fatto in grande stile a partire dai grandi chansonnier francesi che con una lenta hanno saputo cogliere quei particolari di vita assolutamente insignificanti che sono diventati grandi storie, come in questo caso in una cornice fatta di jazz. Perché “Nelson”, il titolo del suo nuovo cd? Semplice, è dedicato al suo cane tanto amato, scomparso due anni fa, proprio di razza francese.
Fanno da colonna sonara in quelle musiche tanto Novecento, storie, come dicevamo di ordinaria umanità mischiate ad un esoterismo “nostrano”, fatto di camicie awaiane, ruvido, sincero, spoglio, naif, ma carico di dolcezza e sentimento. Storie di cieli, di lune, di massaggiatrici, di bambini intelligenti, di circoli all’inglese. Elenti e argomenti che ci fanno solleticare la domanda: ma chi è Paolo Conte, quale vita ha condotto? Grande seduttore come dice la canzone “..vengo a prenderti..” o sostenitore di “Guardane un'altra”? Timido, introverso, ma deciso e con le idee chiare. Di certo una persona che non ha paura di soffrire con tanta voglia di amare, di darsi a qualsiasi costo. “To be or not to be?”. Perché preferisce il suo aspetto sinistro? E come racconta “Scendo dal letto” o “Non salire sul letto” che cosa vuole e che cosa ha trovato nella sua ricca vita? Ma continua a sostenere che non sa nessuna poesia a memoria, innamorato di Art Tatum gli capita anche in certi momenti di pregare la Madonna. Eppure il suo film preferito è “Lo spaccone” e la cancone del cuore “Let’s Face the Music and Dance” (Berlin). Un segnale che ha voluta lanciare al suo pubblico, una parterre d’eccezione, è stato che non c’è più il tempo per “Le tertezze”. Ma a Conte non mancano i sogni. La sua capacità di andare oltre è straordinaria, perché non solo sa dipingere, ma la canzone che avrebbe voluto scrivere è “Stardust”, mentre sotto al doccia canta “Frisco Frisco”. E scherzosamente dice che la prima mossa per conquistare una donna è “guardarne un’altra”.Ma l’uomo che ha scritto per celentano e musicato “Azzurro” e che ama la lavanda dal profumo romantico e fresco, sempre volere sottolineare una mente da ragazzo, vivo, allegro proprio “da italiano in gita”: così “Bartali” di Jannacci da Lui cantata diventa un “da-da-dada”. “Dolce milonga” e “Vieni via con me”, hanno lasciato tanta nostalgia e ancora un interrogatorio: “Perché per Conte il migliore modo di cantare è quello di stare seduto a un pianoforte? Lui risponde come sempre: “Per capire a fondo una Jaguar ci vuole una chiave inglese”. Nato sotto il segno del capricorno, il 6 gennaio del 1937 avvocato e musicista cela il fascino di chi dentro ha un mondo fatto di blues e di sentimenti profondi. Basta ricordare la bella canzone da lui scritta.
 
Fonte: IlGiornale.it 

lunedì 8 novembre 2010

Fistful Of Mercy - il 9 dicembre all'ALCATRAZ di Milano


Giovedì 9 Dicembre 2010 - I Fistful of Mercy (Joseph Arthur, Ben Harper, Dhani Harrison) hanno annunciato i piani per il loro primo tour europeo. Gli show invernali seguono le date americane del talentuoso trio, che si terranno a novembre e che includono show al Los Angeles Hollywood Forever Cemetery e al leggendario Apollo Theater di New York. L’imminente album di debutto dei Fistful of Mercy ‘As I Call You Down’ è una straordinaria lezione di collaborazione, realizzata da tre musicisti di fama mondiale, ed è composto da nove canzoni scritte in tre giorni. Le parti migliori comprendono la ritmata e acustica title track, la scatenata jam session di ‘Father’s Son’ e la tenera psichedelia di ‘Restore Me’.
 
Per info : www.livenation.it  Prevendita: www.ticketone.it 

Fiera Milano e Gambero Rosso: enogastronomia d’eccellenza




A novembre Fieramilanocity  anche quest’anno ospiterà le iniziative di Gambero Rosso pensate per avvicinare Milano all’enogastronomia di eccellenza.

Primo evento in calendario il
12 novembre dalle 17.00 alle 21.00 Berebene Low Cost.  Per la prima volta a Milano un’occasione unica, aperta a tutti, per gustare centinaia di etichette scelte da Gambero Rosso e segnalate nell’Almanacco del Berebene Low Cost 2011, dedicato ai vini più buoni scelti per il loro miglior rapporto qualità prezzo, tutti rigorosamente entro gli 8 Euro.

A seguire, il
22 novembre Bontà in Tavola, evento realizzato  con la collaborazione di Fiera Milano e Gambero Rosso. Cuochi amatoriali e sommelier per una notte gareggeranno per una serata di beneficenza a favore di Amici di Edoardo ONLUS, associazione che sostiene progetti contro il disagio giovanile a Milano. 
La serata sarà presentata dal maestro Gianfranco Vissani, presidente di giuria.

Il 23 novembre infine in scena la prestigiosa degustazione Tre Bicchieri, che ospiterà i vini premiati dagli esperti di Gambero Rosso con il massimo riconoscimento della guida Vini d’Italia 2011.

Fiera Milano news n.30 – Novembre/Dicembre 2010

domenica 7 novembre 2010

Sorelle Fontana

 Stiliste italiane nate a Traversetolo (PR) nel secondo decennio del secolo scorso. Zoe, Micol e Giovanna – questi i nomi delle tre sorelle – apprendono le basi del mestiere nella piccola sartoria ereditata dalla bisnonna Zeide. 

Nel 1943 Zoe e Micol, riunite a Roma, aprono il primo atelier a Palazzo Orsino, subito frequentato da esponenti dell’aristocrazia romana e da dive del grande schermo. La loro notorietà cresce improvvisamente grazie a Linda Christian, che per il suo matrimonio con Tyrone Power si fa confezionare l’abito dall’atelier Fontana. Incoraggiate dal successo americano, le tre sorelle preparano una linea di prêt-à-porter e subito dopo una linea di pelletteria, foulards, ombrelli, cravatte, biancheria da casa e bigiotteria. Molto intensa è la loro collaborazione con il mondo cinematografico: negli anni ’50 e ’60 vestono Ava Gardner per ben quattro film, Anita Ekberg per “La Dolce Vita” di Fellini, Ursula Andress per la “Decima Vittima” e altre celebri attrici. Zoe scompare nel 1979. Nel 1992, le altre due sorelle lanciato sul mercato la linea di profumi “Micol”. In Italia, Lux Video per Rai Fiction in collaborazione con la Fondazione Micol Fontana, sta realizzando una fiction in in due puntate sulla vita delle tre Sorelle Fontana, Zoe, Giovanna e Micol. Per l'occasione verranno utilizzati in alcune scene anche abiti originali delle tre stiliste. 

 Primo fra gli abiti delle Sorelle Fonatana a portare fama e lustro oltre oceano, fu l'abito da sposa di Linda Christian che sposò Tyrone Power nella basilica di Santa Francesca Romana. Da quell'etereo abito bianco, nacque una sorta di frenesia tra le fidanzate d'America a desiderare le Sorelle Fontana come pronube; prima fra tutte Margaret Truman, figlia del Presidente degli Stati Uniti Harry S. Truman. 

Dopo la cessione dell'azienda e del marchio, avvenuta nel 1992, Micol ha continuato a occuparsi di moda attraverso la Fondazione Micol Fontana creata nel 1994. Creazioni delle F. sono presenti nelle collezioni di musei quali per es. il Metropolitan Museum di New York e la Galleria del Costume di Palazzo Pitti a Firenze.

La Sagrada Familia - Barcellona Omaggio ad Antoni Gaudì

In occasione della visita e della consacrazione di Papa Benedetto XVI, vi parliamo della storia della Sagrada Familia, costruita e mai finita (l'autore è morto prematuramente), dall'Architetto Antoni Gaudì.



La Sagrada Família, nome completo in lingua catalana Temple Expiatori de la Sagrada Família (Tempio espiatorio della Sacra Famiglia) di Barcellona, CatalognaSpagna) è una grande basilica cattolica (non una cattedrale), tuttora in costruzione, considerata il capolavoro dell'architetto Antoni Gaudí, massimo esponente del modernismo catalano. La vastità della scala del progetto e il suo stile caratteristico ne hanno fatto uno dei principali simboli della città e una delle tappe obbligate del turismo di massa. (
I lavori sono cominciati nel 1882 e proseguiranno ancora per molti anni, probabilmente fino al 2030.

Nel 1866 nacque l'Associació Espiritual de Devots de Sant Josep (Associazione spirituale dei devoti di San Giuseppe), con l'intento di promuovere la fabbricazione di un tempio dedicato alla Sacra Famiglia. Tramite le donazioni che riceveva, l'associazione comprò il terreno su cui ora sorge la chiesa nel 1881 e l'anno seguente si dette avvio alla costruzione secondo un progetto neogotico, cominciando a realizzare la cripta.
Dopo disaccordi tra l'associazione e l'architetto originale, Francisco de Paula del Villar y Lozano, Gaudí ottenne l'incarico nel 1883 e continuò la costruzione della cripta introducendo variazioni, ma mantenendo quanto costruito. Lavorò al progetto per oltre 40 anni, dedicando completamente a questa impresa gli ultimi 15 anni della sua vita. Questa dedizione tanto intensa ha una spiegazione, oltre all'enormità dell'opera, anche nel fatto che Gaudí definiva molti particolari man mano che la costruzione avanzava, invece di averli concretizzati in precedenza nei suoi piani e istruzioni. Per lui, la presenza personale nell'opera era di fondamentale importanza.


Con l'avanzare dell'innalzarsi della costruzione, lo stile divenne sempre più fantastico, con quattro torri affusolate che ricordano i termitai o i gocciolanti castelli di sabbia dei bambini. Si tratta di forme ereditate dell'architettura neogotica, secondo i cui canoni la chiesa era stata inizialmente concepita: ciononostante, traevano la loro ispirazione dalla forma dei nidi di termite.
Le torri sono coronate da cuspidi di forma geometrica, coperte di ceramiche con colori vivaci, che vennero probabilmente influenzate dal cubismo (furono concluse attorno al 1920). Vi si ammirano anche un gran numero di decorazioni elaborate che vengono ricondotte allo stile dell'Art Nouveau.
Gaudí morì durante la costruzione dell'edificio, mentre passeggiava per Barcellona a causa di un tram che lo travolse, nel 1926. Le torri erano originariamente previste per essere tre volte più alte. Durante la guerra civile spagnola alcune parti dell'edificio incompleto e del laboratorio di Gaudí vennero distrutti. Tuttavia, secondo quanto riferisce George Orwell in Omaggio alla Catalogna, gli anarchici catalani non bruciarono questa chiesa in quanto opera d'arte (Orwell commenta: "mi sembra che in questo caso gli anarchici dimostrarono ben poco gusto artistico"). Gaudí non lasciò ulteriori progetti e i lavori della chiesa sono proseguiti in modo sporadico per numerosi anni. Solo in seguito al recupero ed al restauro dei grandi modelli originali del laboratorio, basandosi anche su foto dell'epoca, è stato possibile ricostruire buona parte del progetto originale. Gaudí, comprendendo che i lavori sarebbero andati avanti decenni (o secoli) dopo la propria morte, invece di esaurire le risorse allora disponibili impostando tutto il gigantesco perimetro, preferì completare alcune sezioni dell'edificio in altezza (specie nell'abside), come per lasciare una testimonianza precisa dell'idea originale ai suoi successori.
Dal 1940 gli architetti Francesc Quintana, Puig Boada e Lluis Gari hanno portato avanti i lavori. Le sculture di J. Busquets e del controverso ma possente Josep Subirachs decorano le fantastiche facciate.
La costruzione della chiesa a tutt'oggi dipende dai finanziamenti provenienti dalle donazioni all'associazione e i lavori procedono lentamente, anche a causa delle difficoltà del progetto. Numerosi edifici circostanti (principalmente condomini costruiti durante la speculazione edilizia del franchismo) dovranno essere abbattuti per far posto alla scalinata principale.
Nel 2008, nel corso di una vertenza tra municipio di Barcellona e Patronato della basilica sull'opportunità di non scavare tunnel sotterranei nelle vicinanze dell'edificio per non rischiarne la stabilità, è rimbalzata nella stampa la notizia che la Sagrada Família non avrebbe avuto una concessione amministrativa e che risulterebbe, almeno formalmente, un'opera abusiva. Il Patronato ha ricordato tuttavia che i lavori iniziarono in perfetta legalità, dato che la competenza amministrativa spettava comunque a Sant Martí de Provençals, all’epoca ancora non unita a Barcellona, e inoltre che vi è stato oltre un secolo di silenzio-assenso.
Il 3 marzo 2010 l'arcivescovo di Barcellona ha annunciato la consacrazione dell'edificio, dopo 127 anni dall'inizio dei lavori. Anche se non conclusa, la chiesa è stata consacrata da Papa Benedetto XVI il 7 novembre 2010, nel corso della sua visita a Santiago di Compostela e Barcellona.

Il progetto

Il progetto è basato sulle versioni ricostruite dei progetti e dei modelli perduti (un incendio nel 1936, appiccato durante la Guerra civile spagnola dai repubblicani all'atelier di Gaudí, distrusse molte tavole progettuali del celebre architetto), sullo studio della porzione dell'edificio realizzata personalmente da Gaudí e su adattamenti moderni.
Ogni parte del progetto è ricca di simbolismi cristiani mistici, in quanto Gaudí concepiva la chiesa per essere "l'ultimo grande santuario della cristianità". Gli aspetti che colpiscono di più sono le sue torri affusolate. In totale sono previste 18 torri, rappresentanti in ordine ascendente di altezza: i 12 apostoli, i 4 evangelisti, la Madonna e, la più alta di tutte, Gesù. Le torri degli evangelisti saranno sormontate da sculture dei loro simboli tradizionali: un angelo, un toro, un'aquila e un leone. La torre della Madonna sarà sormontata dalla Stella del mattino. La torre centrale del Cristo sarà sormontata da una croce gigante: l'altezza totale delle torri sarà inferiore di un metro a quella del Montjuïc, poiché Gaudí credeva che il suo lavoro non dovesse sorpassare quello di Dio. Le torri più basse sono sormontate da grappoli d'uva, che rappresentano il frutto spirituale.
La chiesa avrà tre grandi facciate, due delle quali già realizzate. La facciata della Natività, che presenta un aspetto neogotico, fu realizzata con le sculture previste da Gaudí e realizzate da J. Busquets. La facciata della Passione, che colpisce in modo particolare per i suoi personaggi sottili, emaciati, tormentati,forme inquietanti opera controversa dello scultore contemporaneo Josep Subirachs; questa facciata è molto interessante anche per la presenza di numeri che sommati per linee e colonne danno come risultato sempre 33 gli anni di Cristo. Da ultima la facciata della Gloria, non ancora realizzata.
I temi di tutta la decorazione includono parole della liturgia. Le torri sono decorate con parole come "Hosanna", "Excelsis", e "Sanctus"; la grande porta della facciata della Passione riproduce parole della Bibbia in svariate lingue, compreso il catalano; è previsto che la facciata della Gloria venga decorata con parole tratte dal Credo degli apostoli.
Aree specifiche del santuario saranno designate a rappresentare vari concetti religiosi come santi, virtù, peccati e concetti secolari come le regioni della Spagna; presumibilmente ognuno avrà delle decorazioni corrispondenti.
La modellazione al computer si è resa utile per dare forma a vari elementi, come i pilastri interni della chiesa. Infatti grazie all'uso di questi programmi e di determinati macchinari si possono finalmente realizzare pezzi identici fra loro, così come Gaudí li aveva concepiti.
Attualmente sono in costruzione le navate centrali, caratterizzate da colonne che ricordano enormi alberi ramificati e un soffitto che sembra composto da giganteschi girasoli, e il transetto, compreso il coro e il rosone che gli darà luce. Con il completamento di queste parti, si procederà alla costruzione della cupola centrale.

Fonte: Wikipedia.it


sabato 6 novembre 2010

Chockabec - Il nuovo Album di Zucchero Sugar Fornaciari




A quattro anni dall’uscita di Fly, torna in tutti i negozi di dischi con un nuovo album di inediti intitolato Chocabeck , Zucchero Sugar Fornaciari.
Il cantante 55enne ha presentato il suo nuovo lavoro  nella suggestiva cittadina di Brescello, in provincia di Parma, borgo in cui erano ambientate le avventure cinematografiche di Peppone e Don Camillo. “C’é sempre stata un’affinità tra quello che vivevo e i film di Peppone e Don Camillo”  spiega Zucchero, mentre siede alla scrivania di Peppone.
Zucchero ha elaborato i brani di Chocabeck proprio pensando a quel clima familiare e semplice, così simile a Ronconcesi, paesino in cui Adelmo Fornaciari (questo il suo vero nome) è nato e cresciuto.

Nuovo album che è stato ideato come un concept-album, una narrazione unitario composta da brevi episodi che raccontano una domenica di paese dallo spuntar del sole sino all’imbrunire.
Chocabeck – che è stato anticipato dal singolo E’ un peccato morir per il mercato italiano – è stato prodotto sotto da Don Was (già noto per la collaborazione con Rolling Stone, Bob Dylan) e Brendan O’Brien (Bruce Springsteen, AC/DC). Tra gli undici brani presenti da segnalare ‘Vedo nero’, che per il testo (‘odore di femmina’ e ‘luna in giarrettiera’) ci riporta alla mente il caso Ruby e Bunga Bunga. “Preferisco le persone goliardiche alle mattonate irreprensibili, non vedo questa gran cosa – considera Zucchero, difendendo in qualche modo il premier – se a uno piacciono le donne, però non conosco i dettagli”.
Al disco hanno partecipato anche grandi nomi della musica internazionale come Francesco Guccini, Pacifico, Pasquale Panella, Roland Orzabal dei Tears For Fears, Iggy Pop, Brian Wilson dei Beach Boys e Bono degli U2.

Articolo tratto da: Musicfanpage.it


mercoledì 3 novembre 2010

Il ritorno di Sting - Agli Arcimboldi di Milano



Symphonicity Tour

Grande successo ieri sera per Sting agli Arcimboldi di Milano, accompagnato dalla Royal Philarmonic Concert Orchestra.

Il Symphonicity tour, che è partito da Vancouver il 2 giugno e proseguirà in Nord America per diversi concerti – già sold-out – per tutta l’estate, vedrà Sting esibirsi nei suoi brani più famosi ri-arrangiati in chiave sinfonica. La Royal Philharmonic Concert Orchestra sarà diretta dal Maestro Steven Mercurio (Pavarotti, Bocelli).


Il tour europeo è partito il 3 settembre dal Konserthus di Oslo. 
Il 2 novembre al Teatro degli Arcimboldi di Milano e il 10 novembre a Roma presso l’Auditorium Parco della Musica, Sala Santa Cecilia (per la rassegna ‘It’s Wonderful’ dell’Accademia di Santa Cecilia). A settembre il tour farà inoltre tappe a Stoccolma, Helsinki, Berlino, Colonia e Parigi, per poi toccare Dublino, Nantes, Anversa, Amburgo, Francoforte e Stoccarda in ottobre; nel mese di novembre verranno infine aggiunti concerti a Torino e Vienna.

Le date in vendita con TicketOne:
25 ottobre Firenze, Teatro Verdi
2 novembre Milano, Teatro degli Arcimboldi
3 novembre Torino, Palaolimpico
10 novembre Roma, Auditorium Parco della Musica

Articolo tratto da: Ticketone.it, riveduto e aggiornato dalla redazione di LooLoo

 

Macarons e Moda - Un abbinamento delizioso e glamour





Il macaron o macaron francese è un pasticcino il cui nome deriva dall'italiano dialettale "maccarone".
È un dolce a base di meringhe, ottenuto da una miscela di albume d'uovo, farina di mandorle, e zucchero granulato.
Il pasticcino è caratterizzato dalla sua liscezza, da due pezzi a cupola, da una circonferenza guarnita di increspature, e la base piatta. Gli intenditori apprezzano una delicata crosticina a guscio d'uovo che rende il dolce più umido e arioso all'interno. Il macaron francese si distingue dagli altri macaron perché è farcito con panna o burro, come un biscotto sandwich, e può essere trovato in una più ampia varietà di sapori che vanno dai tradizionali (lampone, cioccolato) ai più curiosi (foie gras, tartufo). Fare macaron richiede una grande quantità di studio ed è un processo che dipende fortemente dalla precisione, dalla tecnica, e dall'attrezzatura adeguata. Per questo motivo è una ricetta notoriamente difficile da padroneggiare e di uno sforzo frustrante per i fornai dilettanti.




 LA RICETTA PER PREPARARE DELIZIOSI MACARONS 


MACARONS (ricetta base)
per circa 25 macarons (ovvero 50 biscotti accoppiati a due a due)

220 gr zucchero a velo
120 gr farina di mandorle
90 gr albume
30 gr zucchero semolato
un pizzico di sale
2-3 gocce di limone

- 2-3 giorni prima preparare gli albumi e conservarli in frigorifero, per esempio in un bicchiere coperto con la pellicola. 6 ore prima di iniziare toglierli dal frigo. È lo stesso Pierre Hermé che consiglia questa operazione quando si deve utilizzare l’albume per una cottura in forno – mai per il consumo a crudo – e chi siamo in fondo noi per contraddirlo? (smile).
- Mescolare bene zucchero a velo e farina di mandorle, preferibilmente in un robot da cucina usando il tasto a intermittenza, e setacciarli.
- Montare a neve fermissima gli albumi con un pizzico di sale e 2-3 gocce di limone. Al termine abbassare al minimo la velocità delle fruste e aggiungere piano piano lo zucchero semolato. È a questo punto che dovrete aggiungere eventuali coloranti in polvere e/o aromi (la punta di un cucchiaino).
- Incorporare il composto di mandorle e zucchero agli albumi montati in 3 o 4 volte, avendo cura di amalgamare bene ad ogni aggiunta. Fare attenzione a mescolare delicatamente con l’ausilio di una spatola per dolci. Al termine l’impasto dovrà “fare il nastro”, cioè ricadere come un nastro piatto dalla spatola.
- Versare ora il tutto in un sac-à-poche e formare dei piccoli dischi su una teglia rivestita di carta da forno, a 3cm di distanza uno dall’altro. Lasciar riposare a temperatura ambiente per almeno un’ora.
- Infornare nel forno (ventilato) già caldo a 150°C per 13 minuti. Al momento di sfornarli trasferire subito i macarons, ancora attaccati alla carta da forno, su una superficie fredda in modo da creare lo shock termico che ne faciliterà il distacco. Lasciarli riposare ancora un’altra oretta.
- Staccarli con delicatezza ed esercitare una leggera pressione sulla parte inferiore di ognuno.
A questo punto non rimane che dare libero sfogo alla fantasia e pensare a come farcirli. Il macaron della foto è aromatizzato alla vaniglia e spolverizzato di cacao (operazione da effettuare appena prima di infornare) mentre la ganache è realizzata fondendo a bagnomaria 150gr di cioccolato fondente con 65gr di latte cui sono stati aggiunti, a freddo, 25gr di olio extravergine.


 
I MACARONS E LA MODA

Il rapporto tra i Macarons e la moda è suggellato ormai da tempo dalle collaborazioni tra la Maison Ladurée e importanti stilisti. Tra loro Christian Louboutin, ideatore di una scatola che alternava il disegno di una scarpa a quello del dolcetto interamente realizzata sulle nuance del rosa; Marni, che ha creato una preziosa confezione nelle tonalità del marrone e oro, e Yazbukey autrici di quella attualmente disponibile in boutique color rosa shocking.
Anche John Galliano, direttore creativo di Christian Dior, che ha scelto i macarons, le tentazioni alla mandorla della celebre pasticceria Ladurée, come cibo a cui è più legato,ha griffato questi pasticcini in un’edizione limitata da mangiare con gli occhi.

I MACARONS A MILANO

Da qualche mese, è arrivata anche a Milano, la famosissima Pasticceria Ladurée.
Tutto questo, grazie ad una donna,Svetlana Voloshyna, imprenditrice russa milanese d’adozione,che ha deciso di portare un pezzo di Parigi nel centro storico di Milano.
Il successo ? Immediato.
Non ci rimane che assaggiarli. Noi lo abbiamo già fatto !
Pasticceria Ladurée - Via Spadari, 6 - Milano 








martedì 2 novembre 2010

Aperitivo in Concerto a Milano - Dal 31 Ottobre 2010 al 27 Marzo 2011

“Aperitivo in Concerto” giunge alla sua ventiseiesima edizione. La rassegna prodotta e organizzata al Teatro Manzoni di Milano da Mediaset e Publitalia '80, in collaborazione con Tre e Peugeot rappresenta da anni un caso ben particolare. Innanzitutto perchè è interamente sostenuta e finanziata da fondi privati (fatto, purtroppo, ancora non frequentissimo, in Italia); perchè ha sin dalla sua nascita (inizialmente più attenta alla musica accademica europea) puntato su nuovo repertorio e nuovi interpreti; perchè da anni conduce un'esplorazione accurata e approfondita del processo di globalizzazione all'interno del mondo musicale, offrendo testimonianze preziose di linguaggi nuovi o riscoperti, di sincretismi, di contaminazioni e delineando un inedito panorama della creatività musicale internazionale ai nostri giorni. Ciò avviene in un contesto nazionale e locale in cui innovazione e sperimentazione musicali che non siano eurocentriche e museali sono largamente assenti. Non a caso, la programmazione di “Aperitivo in Concerto” da lungo tempo ormai s'è impegnata nel presentare eventi caratterizzati solo ed esclusivamente da un pensiero fortemente originale e creativo, al di là di ogni steccato stilistico o linguistico. La ventiseiesima edizione di “Aperitivo in Concerto” ha dato particolarmente spazio al ritorno delle orchestre nel mondo della musica improvvisata, a quelle che all'epoca dello Swing venivano definite infernal machines, macchine infernali da ritmo, meccanismi implacabili nel delineare la potenza espressiva del jazz attraverso la metafora delle orchestre sinfoniche europee, trasformate in equivalenti improvvisativi ma con un diverso risvolto teatrale, in cui intrattenimento e impegno si incontrano e si fondono. Sulla scia di maestri come Gil Evans, Bob Brookmeyer, Bill Holman, Bob Florence, Maria Schneider e altri, autori di eccezionale bravura e di sbrigliato estro creativo come l'israeliano Avi Lebovich, il pluripremiato canadese Darcy James Argue, il danese Pierre Dørge (con la storica e colorita New Jungle Orchestra, con ospite speciale il leggendario sassofonista John Tchicai), gli americani Travis Sullivan con la Björkestra (straordinario progetto orchestrale esclusivamente dedicato alle musiche di Björk, con ospite speciale il grande trombettista Dave Douglas) e Andrew Durkin con Industrial Jazz Group (orchestra californiana semplicemente spettacolare per virtuosismo e impatto teatrale), danno vita a un pensiero musicale colto e coinvolgente al tempo stesso, in grado di attingere ad ogni linguaggio musicale e di esprimersi con un affascinante livello di creatività. Si tratta, all'interno del cartellone, di una vera e propria rassegna, di fortissimo impatto anche spettacolare, che delinea non tanto il presente di un'area significativa della musica improvvisata, quanto il futuro di essa.

Grande attenzione è stata inoltre data ad artisti che si sono distinti per la capacità di rinnovare il repertorio improvvisativo contemporaneo, sia come autori che come interpreti, pur mantenendo una singolare capacità di dialogare con il pubblico nonostante la grande sofisticazione del proprio eloquio musicale. Un compositore e strumentista di vaglia come il contrabbassista Ben Allison (affiancato da trascinanti virtuosi come la violinista Jenny Scheinman e il tenorista Michael Blake); un clarinettista e creativo ricco di straordinarie risorse espressive come Matt Darriau, notissimo solista dei Klezmatics (in una sottile e arguta rilettura di una serie di “classici” degli anni Venti e Trenta, affiancata da musicisti come Frank London e Curt Hasselbring); un genio dell'improvvisazione come il grandissimo trombettista Wadada Leo Smith, che rilegge e reinterpreta con un approccio visionario quanto spiritualmente illuminante quel “jazz elettrico” e funky inventato da Miles Davis; la versatilità, l'espressività, il virtuosismo lirico e straordinario dei 3 Cohens, gruppo di ben noti strumentisti come Anat e Avishai Cohen, oggi fra i più popolari artisti della scena newyorkese e di Tel Aviv; la storica maestria di un gigante della musica del Novecento come il celebrato contrabbassista Charlie Haden, a capo di un gruppo come Quartet West, sofisticato autore e interprete di pagine che rendono omaggio agli anni noir della cultura californiana: tutti loro concorrono ad offire un acuto ritratto della nostra frastagliata ma eccitante contemporaneità.
Com'è tradizione di “Aperitivo in Concerto” non manca un tributo alla grande storia del jazz: ritorna il leggendario pianista sudafricano Abdullah Ibrahim, che guida il gruppo strumentale Ekaya, una fra le sue creazioni più appassionanti, in cui la tradizione musicale africana si fonde con la più trascinante vena improvvisativa.
Una prima mondiale arricchisce il ventiseiesimo cartellone: una vera e propria maratona affrontata da ben dodici gruppi musicali che, come in una sorta di gigantesco iPod, presenteranno di seguito il Book of Angels, nuovo “canzoniere” musicale ideato dal genio inarrestabile di John Zorn. Da Dave Douglas a Medeski, Martin & Wood, da Joey Baron a Cyro Baptista, da Erik Friedlander a Electric Masada, da Sylvie Courvoisier e Mark Feldman a Marc Ribot, da Jamie Saft a Mycale, da Ben Goldberg a gruppi come Dreamers e Bar Kokhba, sfilerà sul palcoscenico del Teatro Manzoni l'arte prorompente di uno fra i più grandi autori della nostra contemporaneità. 

Articolo tratto da: Aperitivoinconcerto.com


Per Info e Date www.aperitivoinconcerto.com 






































lunedì 1 novembre 2010

Giovanni Allevi - Il pianista virtuoso

“Stiamo tornando nel Rinascimento italiano, dove l’artista deve essere un po’ filosofo, un po’ inventore, un po’ folle, deve uscire dalla torre d’avorio e avvicinarsi al sentire comune.” - G.A.
 
Giovanni AlleviCompositore, direttore d'orchestra e pianista, ha all'attivo sei album di proprie composizioni originali:"13 Dita" (1997), "Composizioni" (2003), "No Concept" (2005), "Joy" (2006), "Allevilive" (2007), per pianoforte solo, ed "Evolution" (2008) con l'orchestra sinfonica.
Allevi è anche filosofo, laureato con lode in Filosofia con la tesi "Il vuoto nella Fisica Contemporanea", e scrittore ( "La musica in testa" Ed. Rizzoli).
Le sue tournée internazionali, che più volte hanno toccato Stati Uniti, Canada, Russia, Austria, Francia, Germania, Belgio, Balcani, Ungheria, Hong Kong e Cina, registrano ovunque il tutto esaurito, decretando Giovanni Allevi uno degli artisti contemporanei più amati dal pubblico di tutto il mondo.
Giovanni AlleviAttraverso la pubblicazione delle sue partiture orchestrali e per pianoforte solo, il compositore Allevi ridisegna i confini di una nuova Musica Classica Contemporanea. Il suo linguaggio affonda le radici nella tradizione musicale europea, aprendola alle sonorità dei nostri giorni
Attraverso la sua musica, Allevi offre una lettura nuova, estroversa e positiva del mondo contemporaneo, e ciò è testimoniato dal grande entusiasmo con cui è ovunque accolto dalle giovani generazioni.

ALIEN   

“ALIEN” è il titolo del nuovo disco di inediti di piano solo di Giovanni Allevi disponibile dal 28 settembre (prodotto da Bizart e distribuito da Sony Music).
"ALIEN"
è disponibile anche in versione DELUXE che, oltre al packaging speciale (un libretto di 32 pagine con cover rigida), conterrà una traccia esclusiva: esecuzione del "Notturno Op.27 n°2 in Reb maggiore di F. Chopin".
Sarà inoltre pubblicato in formato vinile (doppio disco) in poche copie numerate da collezione.
 

Fonte: Giovanniallevi.com 

 

LA DOLCE VITA - Il restauro di Martin Scorsese, al Festival del Cinema di Roma





“La mia idea è che si debba parlare di film prima de La Dolce Vita e di film dopo La Dolce Vita. 
  
Questa opera di Federico Fellini ha spazzato via tutte le regole della narrazione con il suo coraggio, opponendosi anche alla censura di quegli anni con una grande onestà”. 

Martin Scorsese parla con grande entusiasmo del film che il Festival di Roma ha presentato in una versione restaurata dalla Cineteca di Bologna e dalla Cineteca nazionale, che, a partire dalla prossima settimana, sarà fatto circuitare gratuitamente da Medusa in alcuni cinema di tutta Italia.
 
“In quegli anni c’erano film epici e spettacolari come Ben Hur, Spartacus e Oklahoma, ma anche come Il giro del mondo in 80 giorni, ma nessuno fino ad allora aveva mai incontrato una produzione del livello autoriale, dell’intensità morale, di intelligenza e di maturità come La Dolce Vita: un film al tempo stesso spettacolare, ma anche impegnato. Un vero e proprio grande evento”.  

Continua l’autore italo – americano di cui il Festival presenta in anteprima la nuova produzione televisiva Boardwalk Empire Certo, in quegli anni c’erano i film di Bergman e L’Avventura di Michelangelo Antonioni, ma è stato questo lavoro di Fellini ha portare un forte cambiamento in tutto il mondo.

Così come conosciamo artisti come Leonardo, Raffaello, Michelangelo e Caravaggio così riconosciamo la visione di Federico Fellini e la sua capacità di utilizzare la luce, di usare la macchina da presa e di creare delle inquadrature. Da quel punto in poi anche il cinema di Fellini è cambiato. La narrazione è scivolata in secondo piano, mentre  è come se lui si fosse ostinato a creare dei giganteschi affreschi. Il mondo non è cambiato molto da allora, anzi. Forse, però, gli interrogativi sollevati da Fellini ne La Dolce Vita vengono posti in maniera ancora più intensa. Del resto è stato proprio questo regista a dimostrare che puoi non tenere conto di una trama, e, al tempo stesso, riuscire a creare uno specchio della società e della vita. Federico Fellini ha modernizzato il cinema”.

Martin Scorsese spiega le implicazioni etiche del suo impegno per il restauro di film “Quello che desidero è potere offrire un senso di continuità”.

Dice “Non sono un vero e proprio storico, ma, al tempo stesso, sono convinto che senza passato non esista un futuro. Impariamo dal passato per fare il cinema. Quando ero uno studente il cinema era un’arte ancora giovane: esistevano una quarantina di anni di film americani, inglesi e francesi, mentre quelli muti non potevano essere più apprezzati in quanto non venivano proiettati. 

Oggi, invece, è possibile studiare circa 110 anni di cinema. In questo senso il mio desiderio è potere rivolgermi ai cineasti nella maniera in cui sono stato influenzato da loro e avvicinarmi al loro cinema in modo da poterli indicare ai più giovani. L’unico legame con ho questi grandi del passato è l’impatto che hanno avuto sulla mia vita e sul mio modo di intendere il cinema. Prova ne sono, nel bene e nel male, i film che ho fatto. Dunque, credo che tutti noi abbiamo un obbligo: quello di preservare il cinema per poterlo mostrare e consegnare ai nostri figli”. 

Parlando del suo lavoro come autore di ‘Cinema sul Cinema’ Martin Scorsese continua “Le influenze di una persona non si riducono ad un tipo di inquadratura o ad uno stile. 

Le cose non funzionano così, perché ci sono influenze che non possono essere definite. Come nel caso del mio documentario Letter to Elia, dedicato a Kazan: non potevo esprimere a parole un concetto troppo effimero, e l’unica maniera per poterlo fare era quella di utilizzare il cinema per esprimermi“. 

Parlando dell’Italia, Scorsese conclude “Sono sempre interessato agli ultimi film italiani usciti perché costituiscono sempre un’ispirazione interessante come Gomorra, L’Ora di Punta e Io sono l’amore. Certo, si tratta di una generazione differente, ma i temi affrontati da questi registi sono eterni e anche universali. Si sta sviluppando un nuovo stile che va incoraggiato”.

Fonte: Primissima.it di Marco Spagnoli

GRASSE - La capitale mondiale dei profumi




Grasse, in Costa Azzurra, è stata una popolare località turistica per vari secoli, con l'odore dei fiori e l’aria salubre. L'altitudine della città, compresa tra i 300 e i 400 m, e le colline alle spalle danno a Grasse clima relativamente più fresco rispetto alla costa e le spiaggie della Cote d’Azur, specialmente durante il calore dell'estate. Le qualità climatiche di Grasse sono note fin dall’antichità, la stessa Principessa Paolina Bonaparte, la sorella dell’imperatore, trascorse un periodo di vacanza a Grasse, per recuperare la sua forza fisica e mentale, come successivamente la stessa Regina Vittoria.

Grasse è però nota soprattutto per essere la città capitale mondiale dei profumi, è lo è da più di 300 anni, da quando si iniziarono a produrre essenze dalle fragranze più ricercate e raffinate, che da Grasse hanno fatto il giro del mondo ed aumentando la fortuna ed il prestigio delle principali case di moda, francesi ed internazionali.

Qui si trova il Museo Internazionale della Profumeria, da poco visitabile dopo un lungo restauro. Qui, circa cinquantamila oggetti raccontano la storia delle essenze e degli alcool, ma anche dei fard e della cosmetica. Il pezzo più prestigioso esposto è uno scrigno della Regina Maria Antonietta di Francia. 

Per raggiungere la città di Grasse si seguono dall’Italia le indicazioni per Cannes, la località costiera posta a sud-est di Nizza, e per fare questo si utilizza l’autostrada A8, la naturale prosecuzione della A10 dell’Italia. L’uscita più veloce è quella di Grasse – Le Cannet (Uscita n°42) e da qui seguire la superstrada (D6185) che supera il bel villaggio di Mougins prima di Raggiungere Grasse. In Alternativa si può uscire alla n° 44 di Antibes e poi seguire la D35 e successivamente la D6185.
Grasse è collegata poi direttamente alla Route Napoleon, che si estende verso nord-ovest in direzione di Digne-les-Bains. Questa è la strada giusta se da Grasse intendete recarvi nella zona delle Gorges du Verdon. L’aeroporti più vicini sono quello di Nizza e quello di Cannes.

Dal punto di vista climatico Grasse possiede un suo micro-clima particolare, ricco di sole per molti giorni all’anno, che è poi quello che ha consentito lo sviluppo della vocazione floreale che è stato il supporto per la successiva industria dei profumi e delle fragranze, estratte proprio dal patrimonio floreale delle campagne che avvolgono Grasse.
Le montagne a nord la proteggono dai freddi venti invernali, e quando soffia il Mistral il cielo diventa di una blu carico e l’aria elettrizzante rende la visita di Grasse davvero entusiasmante. L’estate Grasse è la meta ideale per sfuggire alle temperature torride dalla Costa Azzurra, e passare delle piacevoli serate al fresco.

Grasse è quindi perfetta per fare un break alle giornate di spiaggia, e ci sono molte cose da fare e vedere in città.
La città vecchia, o se preferite alla francese "Vieille Ville", è un borgo tutto sommato di dimensioni medio-grandi, e abbastanza interessante. Le stradine sono piacevoli da passeggiare, in un dedalo di percorsi mossi da piazzette, archi e palazzi signorili. Il fulcro dell’attività del centro si trova nella parte alta del centro storico e si tratta della Place aux Aires. Una graziosa piazza stretta ed allungata, con all’estremità una bella fontana econ alberi e portici che davano un tocco in più al mercato giornaliero di fiori e di prodotti alimentari regionali, Lungo il perimetro della piazza si trova ampia scelta di negozi alimentari e non.

Un'altra piazza da vedere si trova nella parte bassa del centro storico di Grasse si tratta della Place du Petit Puy, su cui si affaccia la cattedrale cittadina, Cathédrale Notre-Dame du Puy, una bella costruzione in pietra chiara che contiene all’interno tre dipinti di Rubens. Da segnalare lo slanciato campanile che si eleva sul lato sinistro della chiesa.

Se avete tempo a sufficienza, potete dedicarvi alla scoperta dei profumi di grasse, anche affidandovi alle società profumiere più importanti della città, la Fragonard e la Molinard.
Interessante è sicuramente il Musée international de la parfumerie
che può farvi comprendere l’arte della profumeria, e la sua storia di oltre 3.000 anni.
Il Musée Fragonard parla invece di pittura: Jean-Honoré Fragonard visse a Grasse in una villa che ora è diventata il suo museo. Vale la visita.
Nei dintorni a nord di Grasse, tra colline e montagne ci sono villaggi e siti naturali interessanti. Una meta simpatica è il vicino villaggio di Cabris, a nord-ovest di Grasse, mentre ad est, segnaliamo le belle località di Le Bar sur Loup che permette di vedere le spettacolari Gole del Loup, tra pareti di roccie verticali su cui, in alto. Domina il profilo imponente di Gourdon ed il suo castello. Gourdon è uno dei villaggi Perches più belli di tutta la Costa Azzurra e la Provenza.

Appuntamenti a Grasse:
In aprile si svolge "Venusia", il salone della bellezza e del benessere;
A maggio vi attende con “Esposizione-rosa”, un Salone Internazionale delle Rose con oltre 50.000 rose esposte.
Giugno è invece il mese della Festa della Musica.
A luglio ed agosto: Grasse si vivacizza delle “Animazioni d’estate”
In agosto Grasse è ancora più colorata grazie alla Festa del Gelsomino, completa di sfilata di fiori e battaglia di fiori, elezione di miss Gelsomino e messa in provenzale,
Settembre è il mese della fiera denominata Bio Grasse (grande mercato di prodotti "Biologici")
Dal mese di settembre al mese di giugno si svolge la Stagione teatrale
In dicembre c’è il periodo delle animazioni intorno alle feste provenzali di fine anno.



Fonte: IlTurista.info